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Il Pubblico Impiego rappresenta in Italia circa 3 milioni di lavoratori. Le aree di attività maggiormente numerose sono la Scuola (35%), la Sanità (20%), Sicurezza e Difesa (16%) e Regioni e Enti Locali (13%).
Ciò vuol dire che molti servizi essenziali, che spesso costituiscono i diritti minimi per la popolazione più fragile, cioè l’istruzione di base, le cure sanitarie, la sicurezza e i servizi locali, sono possibili proprio perché i dipendenti della pubblica amministrazione che se ne occupano sono una forza lavoro consistente e capace, in continua formazione per poter rispondere in modo efficace e efficiente a richieste sempre nuove e complesse, come sta accadendo da diversi mesi a causa delle emergenze pandemiche.
Molto spesso si cerca un confronto con altri Paesi europei, per determinare se in Italia il pubblico impiego sia davvero così esteso, come spesso si sente dire. Sorprende quindi vedere che in Francia gli occupati statali siano molti di più che da noi e che in Spagna, a differenza di quanto accade in Italia, il numero è in costante aumento.

Il Pubblico Impiego. Per la varietà dei compiti che ricopre, è la struttura portante dello Stato e degli Enti, e dalla sua forza e dal suo buon funzionamento dipendono così tanti aspetti della vita dei cittadini, non solo l’istruzione o la sanità, ma anche la giustizia, l’università, la ricerca, il fisco, che senza un apparato preparato e evoluto, la vita si fermerebbe in pochi giorni.

Composizione del personale delle Amministrazioni Pubbliche

Scuola e AFAM 35.1%
Comparto sicurezza e difesa 16%
Servizio Sanitario Nazionale 20.1%
Regioni ed autonomie locali 13.1%
Ministeri e PCM 4.6%
Regioni a statuto speciale e province autonome 2.8%
Università 2.9%
Agenzie fiscali 1.5%
Enti pubblici non economici 1.3%
Enti di ricerca 0.7%
Magistrati, diplomatici, prefetti, carriera penitenziara 0.4%
Enti arti. 60 e 70 d.lgs. 165/01 e Autorità indipententi 0.4%
Enti lista S13 ISTAT 1.1%

Fonte: Elaborazione Corte dei Conti sui dati RGS-IGOP 31.12.2018